8 novembre ore 17.30
presentazione libro di Don Aniello Mandaniello
ed. Rizzoli
Salone delle feste della società operaia
Muro Lucano
ME LO SONO SEMPRE CHIESTO BENEDICENDO QUELLE SALME, E LA MIA RISPOSTA È CHE NESSUNO AVEVA MAI AIUTATO QUEI RAGAZZI PERCHÉ LA LORO ESISTENZA ERA CONSIDERATA SENZA ALCUN VALORE
Ci sono due modi di intendere la missione apostolica in un territorio difficile come Scampia: uno è chinare la testa, non esporsi, parlare solo se interrogati; l’altro è quello del padre guanelliano don Aniello Manganiello.
Consiste nel vivere fianco a fianco con gli abitanti del quartiere e condividerne i problemi, spostandosi sempre a piedi perché “in macchina non puoi verificare se il tuo passo è cadenzato su quello dei ragazzi”.
Sin dal primo giorno, don Aniello presta aiuto ai malati di Aids e ai tossicodipendenti, conduce battaglie sociali a favore di famiglie troppo frettolosamente etichettate come malavitose, visita le case di camorristi veri e li ascolta, ne ottiene la fiducia e talvolta vede persino compiersi conversioni e ripensamenti radicali. Con questi metodi, però, diventa un personaggio scomodo: nel quartiere è oggetto di continue minacce, fuori si fa nemici nell’Amministrazione comunale e negli alti ranghi ecclesiastici, a suo giudizio non sufficientemente impegnati – nonostante i proclami – dalla parte dei più deboli. Nel 2010, dopo l’ennesimo scontro, la Congregazione dei padri guanelliani rompe gli indugi e decide di allontanare don Aniello dal “suo” rione, riportandolo a Roma, in una parrocchia del borghese quartiere Prati, dove aveva operato per anni.
Gesù è più forte della camorra è il diario in prima linea dei sedici anni napoletani di don Aniello, ma è anche un richiamo forte a chi propone parole nobili – legalità, moralità, non violenza – eppure si tiene lontano dalla realtà del quartiere. Una testimonianza necessaria per capire cosa significa nascere, vivere e morire a Scampia
DON ANIELLO MANGANIELLO, di origini campane, dai primi
anni Novanta al settembre 2010 è stato il parroco di Santa Maria della
Provvidenza, a Scampia. Il suo trasferimento ha suscitato le proteste
della gente e ha avuto una grande eco sui media.
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